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Little Wing - Jimi Hendrix
Well she's walking through the clouds
With a circus mind that's running wild
Butterflies and zebras
And moonbeams and fairy tales
That's all she ever thinks about
Riding with the wind.
When I'm sad, she comes to me
With a thousand smiles, she gives to me free
It's alright she says it's alright
Take anything you want from me, anything
Anything.
Fly on little wing,
Guarda, sta passando tra le nuvole
Con uno spirito funambolo che corre sfrenato
Farfalle e zebre e raggi di luna e storie di fate
Questo da sempre il mondo dei suoi pensieri
Cavalcando con il vento
Quando sono triste lei viene da me
A regalarmi mille sorrisi
Va tutto bene, dice, va tutto bene
Prendi da me tutto quello che vuoi
Qualsiasi cosa, qualsiasi cosa
Vola Piccola Ala
Sabato 13.10.2007 17:50
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di Andrea Sturniolo
A Londra esiste uno spazio espositivo riservato alle opere di arte moderna che poche città al mondo possono vantare. A New York c’è il MoMa, a Bilbao c’è il museo Guggenheim, a Londra c’è la Tate Modern: appuntamento imperdibile per gli appassionati di artisti del calibro di Dalì, De Chirico, Modigliani, Kandinsky, Mirò, Warhol.
Devo ammettere con tutta onestà che non ho gli “strumenti” per capire a pieno molte delle opere esposte alla Tate Modern: spesso mi capita che pur non capendo perfettamente cosa c’è davanti ai miei occhi, dentro sento un movimento, e mi illudo di riuscire a capire l’opera almeno a livello inconscio. Non so se è poi davvero così…Altre volte invece, ammirando questi lavori, mi capita di sentirmi più come il grande Alberto Sordi in “Vacanze Intelligenti”, quando la moglie, con i piedi gonfi, si era accomodata su una sedia che era in realtà un’opera in esposizione, venendo fotografata e ricevendo anche una proposta d’acquisto.
Ebbene: dal 9 ottobre e fino al prossimo 6 aprile, la nostra Tate Modern ospita un’installazione dell’artista colombiana Doris Salcedo. Il titolo dell’opera è “Shibboleth”.“Shibboleth” è essenzialmente una crepa lunga 167 metri nel pavimento di cemento del museo, e vuole rappresentare secondo l’artista “il margine, quello che provano gli immigrati, l’esperienza della segregazione e dell’odio razziale. E’ quello che prova una persona che dal terzo mondo è catapultata nel cuore dell’Europa”.L’artista ha realizzato l’opera per un costo di 300mila sterline (450mila euro) e mantiene il più stretto riserbo sulle sue modalità di realizzazione.
Ora: il problema vero non è di chi (come me) non è in grado di comprendere appieno questa espressione artistica. Il vero problema è di quei visitatori che ci cascano dentro! Solo nella giornata di mercoledì 10 ottobre, l’opera ha mietuto due vittime: una ragazza che non si è accorta dei cartelli di avvertimento ed è stata trascinata fuori dalla crepa (pardon, dall’opera) dai suoi amici e una signora più attempata che ci ha messo tranquillamente i piedi sopra perché pensava che la crepa (ops, scusa, l’opera) fosse in effetti dipinta sul pavimento.
Sai una cosa, non so se questa installazione ce la farà a resistere fino al 6 di aprile dell’anno prossimo, in effetti ci si potrebbe scommettere su qualcosa: o questi infortuni funzioneranno da “pubblicità” all’opera, che avrà dunque un successo incredibile, o la toglieranno entro una settimana per paura di denunce da parte dei visitatori. Questo è stato proprio il commento di un operaio edile in visita alla Tate Modern “se quella crepa l’avessi fatta io, a quest’ora mi avrebbero già denunciato per inosservanza delle norme di sicurezza”.
Che ne dici? Hai in programma un viaggio a Londra da qui al prossimo Aprile? Non sei curioso anche tu di ammirare (o cascare in) una crepa da 450mila euro? Vieni alla Tate Modern allora, ci sono anche altre installazioni interessantissime, tipo una montagna fatta di scatole bianche…
Al termine della seduta del Consiglio regionale della Sardegna,tutti i capigruppo hanno incontrato una delegazione dei Lavoratori dell'Unilever di Cagliari che per tutta la mattina hanno manifestato davanti al palazzo Viceregio.La delegazione ha illustrato ai capigruppo la situazione dell'azienda cagliaritana.La multinazionale ha deciso di chiudere e di licenziare i 200 lavoratori.La cessazione dell'attività dell'azienda del capoluogo sardo - ha spiegato Raffaele Lecca, rappresentante territoriale della Cgil - si inserisce in una ristrutturazione totale che prevede il licenziamento in tutta Europa di circa 12.000 lavoratori."La situazione della Sardegna - ha spiegato Francesco Piras rappresentante territoriale della Cisl - è ancora piú grave in quanto la Unilever vuole vendere lo stabilimento cagliaritano con il vincolo, per chi acquista, di non produrre gelati.Una condizione che crea difficoltà enormi per chi intende comprare che sarà obbligato a cambiare totalmente produzione". La delegazione ha chiesto al Consiglio regionale di intervenire presso il ministero."Vogliamo sapere - hanno detto i lavoratori - chi sono gli acquirenti (ci sarebbero due aziende interessate una sarda e una nazionale)e vogliamo garanzie per il futuro occupazionale dei lavoratori". La delegazione ha chiesto ai capigruppo di portare avanti una iniziativa politica per fare in modo che l'Unilever non metta nessun vincolo all'acquirente in modo da rendere piú facili le trattative per l'acquisto dello stabilimento cagliaritano che è considerato la "perla" degli stabilimenti della multinazionale.