Tg1 Economia - Sardegna, industria in crisi
- Migliaia di lavoratori dell'industria in Sardegna rischiano la disoccupazione per la chiusura delle loro aziende. (Clicca per vedere il filmato)
Migliaia di lavoratori dell'industria in Sardegna rischiano la disoccupazione per la chiusura delle loro aziende. Sempre più turismo, sempre meno industria. Nel 2004 gli occupati erano 148.000 nel 2006 124000. In tre anni i posti persi sono stati 24.000. A penalizzare l'isola è ciò che la fa ricca dal punto di vista del turismo: il mare
Aziende in crisi, tutte le grane sul tavolo del ministro Bersani
L’ultima riunione si è tenuta a fine settembre per il caso Elitel, l’operatore telefonico alternativo al quale la Telecom Italia ha interrotto l’interconnessione per non aver pagato al gruppo presieduto da Pasquale Pistorio un debito commerciale di 100 milioni. Ma la crisi dell’Elitel è solo la più recente a essere finita sul tavolo del ministero dello Sviluppo economico, in particolare di quello che al dicastero retto da Pierluigi Bersani chiamano “ufficio grane”. La direzione guidata da Paolo Ruta, infatti, si occupa delle aziende che hanno in corso processi di ristrutturazione, spesso con ricorso alla cassa integrazione e talvolta sull’orlo di chiusura.Così capita che i sindacati, come pure esponenti della maggioranza di centrosinistra e politici locali, invochino un vertice governativo per cercare di tranquillizzare i lavoratori a rischio di esubero e magari per tentare di far fare una marcia indietro su tagli e riorganizzazioni agli amministratori delle società in crisi. Tanto che si arriva a volte, come è capitato ai vertici della Bayer Biologicals, a richieste esplicite del governo di “trovare una diversa soluzione industriale” promettendo “un potenziamento del polo farmaceutico senese” in collaborazione con gli enti locali.Il governo si è dovuto interessare pure di ghiaccioli. Alla Unilever, intenzionata a smantellare a Cagliari lo stabilimento di gelati, il sottosegretario allo Sviluppo economico Alfonso Gianni (Rifondazione comunista) ha intimato: occorre “rendere eludibile la decisione di chiusura dello stabilimento”, invitando i rappresentanti della multinazionale “a fornire gli esiti dei richiesti approfondimenti”. Ma il gruppo ha fatto presente “la sovraccapacità produttiva dello stabilimento di Cagliari, nonché l’insussistenza delle condizioni che possano consentire la destinazione del complesso ad altre attività del gruppo”.L’esecutivo non esita a dispensare consigli e intimazioni pure alla Parmalat capitanata da Enrico Bondi: “Si è convenuto sull’esigenza che Parmalat proceda con la massima sollecitudine nelle necessarie verifiche sulle manifestazioni di interesse sin qui acquisite” è scritto nel verbale della riunione governativa con i manager del gruppo quotato in borsa. Le “manifestazioni di interesse” riguardano il complesso agroindustriale di Lodi che fa parte dello stabilimento della Polenghi Lombardo, marchio della Parmalat.
Il ministero dello Sviluppo, attraverso l’ex deputato Gianfranco Borghini, ora alla testa del gruppo per l’occupazione della presidenza del Consiglio, si è anche affrettato a convocare i vertici della Michelin Italia dopo alcune indiscrezioni che parlavano di un possibile ridimensionamento dei quattro siti piemontesi del gruppo francese. Nel corso dell’incontro i sindacati hanno sottolineato che “il gruppo non potrà realizzare il recupero di efficienza e di competitività che è necessario e soprattutto non potrà garantire il mantenimento in tutti e quattro i siti della produzione di pneumatici”.Il presidente della Michelin Italia, Joel Pouget, ha invece rimarcato che l’azienda francese “intende agire nell’immediato per ridurre i costi di produzione, a cominciare da quelli energetici e per mettere in efficienza gli impianti”. Gli uomini di Bersani hanno detto ai sindacati di essere disposti a verificare in concreto le parole degli amministratori del gruppo. Il colosso transalpino è quindi sotto osservazione.Ancor più netta la posizione dell’esecutivo nel caso dell’Agfa Graphic di Sulmona: “L’intendimento del ministero” ha scandito il sottosegretario Gianni durante la riunione “è quello di assumere più incisive azioni nei confronti dell’Agfa Graphic per sbloccare una situazione che di fatto non lascia prospettive di un recupero produttivo dello stabilimento”. E l’esponente del partito guidato da Franco Giordano ha fatto mettere a verbale di “stigmatizzare i comportamenti tenuti dall’azienda nei confronti del ministero”.Altra grana alla Delphi di Livorno: se entro 10 mesi non si trova una soluzione, i 270 operai ora in cassa integrazione entreranno in mobilità. La giunta regionale della Toscana si è dichiarata disponibile ad assumere una quota di partecipazione nel progetto di recupero, insieme con una cordata di imprenditori capeggiata da Gianmario Rossignolo. Ma dal ministero dell’Ambiente guidato da Alfonso Pecoraro Scanio è partita una richiesta: è indispensabile prima un’opera di bonifica e messa in sicurezza di tutta la zona industriale.L’attività dell’ufficio grane non si ferma. Una delle prime riunioni previste entro metà ottobre servirà a fare il punto sulla Isotta Fraschini, società che produce motori marini e industriali controllata dal gruppo statale Fincantieri. La perdita di una commessa per l’Iran (il governo ha revocato l’autorizzazione all’export) aggraverà i conti già in rosso dell’azienda: guai in vista.
- Migliaia di lavoratori dell'industria in Sardegna rischiano la disoccupazione per la chiusura delle loro aziende. (Clicca per vedere il filmato)
Migliaia di lavoratori dell'industria in Sardegna rischiano la disoccupazione per la chiusura delle loro aziende. Sempre più turismo, sempre meno industria. Nel 2004 gli occupati erano 148.000 nel 2006 124000. In tre anni i posti persi sono stati 24.000. A penalizzare l'isola è ciò che la fa ricca dal punto di vista del turismo: il mare
Aziende in crisi, tutte le grane sul tavolo del ministro Bersani
L’ultima riunione si è tenuta a fine settembre per il caso Elitel, l’operatore telefonico alternativo al quale la Telecom Italia ha interrotto l’interconnessione per non aver pagato al gruppo presieduto da Pasquale Pistorio un debito commerciale di 100 milioni. Ma la crisi dell’Elitel è solo la più recente a essere finita sul tavolo del ministero dello Sviluppo economico, in particolare di quello che al dicastero retto da Pierluigi Bersani chiamano “ufficio grane”. La direzione guidata da Paolo Ruta, infatti, si occupa delle aziende che hanno in corso processi di ristrutturazione, spesso con ricorso alla cassa integrazione e talvolta sull’orlo di chiusura.Così capita che i sindacati, come pure esponenti della maggioranza di centrosinistra e politici locali, invochino un vertice governativo per cercare di tranquillizzare i lavoratori a rischio di esubero e magari per tentare di far fare una marcia indietro su tagli e riorganizzazioni agli amministratori delle società in crisi. Tanto che si arriva a volte, come è capitato ai vertici della Bayer Biologicals, a richieste esplicite del governo di “trovare una diversa soluzione industriale” promettendo “un potenziamento del polo farmaceutico senese” in collaborazione con gli enti locali.Il governo si è dovuto interessare pure di ghiaccioli. Alla Unilever, intenzionata a smantellare a Cagliari lo stabilimento di gelati, il sottosegretario allo Sviluppo economico Alfonso Gianni (Rifondazione comunista) ha intimato: occorre “rendere eludibile la decisione di chiusura dello stabilimento”, invitando i rappresentanti della multinazionale “a fornire gli esiti dei richiesti approfondimenti”. Ma il gruppo ha fatto presente “la sovraccapacità produttiva dello stabilimento di Cagliari, nonché l’insussistenza delle condizioni che possano consentire la destinazione del complesso ad altre attività del gruppo”.L’esecutivo non esita a dispensare consigli e intimazioni pure alla Parmalat capitanata da Enrico Bondi: “Si è convenuto sull’esigenza che Parmalat proceda con la massima sollecitudine nelle necessarie verifiche sulle manifestazioni di interesse sin qui acquisite” è scritto nel verbale della riunione governativa con i manager del gruppo quotato in borsa. Le “manifestazioni di interesse” riguardano il complesso agroindustriale di Lodi che fa parte dello stabilimento della Polenghi Lombardo, marchio della Parmalat.
Il ministero dello Sviluppo, attraverso l’ex deputato Gianfranco Borghini, ora alla testa del gruppo per l’occupazione della presidenza del Consiglio, si è anche affrettato a convocare i vertici della Michelin Italia dopo alcune indiscrezioni che parlavano di un possibile ridimensionamento dei quattro siti piemontesi del gruppo francese. Nel corso dell’incontro i sindacati hanno sottolineato che “il gruppo non potrà realizzare il recupero di efficienza e di competitività che è necessario e soprattutto non potrà garantire il mantenimento in tutti e quattro i siti della produzione di pneumatici”.Il presidente della Michelin Italia, Joel Pouget, ha invece rimarcato che l’azienda francese “intende agire nell’immediato per ridurre i costi di produzione, a cominciare da quelli energetici e per mettere in efficienza gli impianti”. Gli uomini di Bersani hanno detto ai sindacati di essere disposti a verificare in concreto le parole degli amministratori del gruppo. Il colosso transalpino è quindi sotto osservazione.Ancor più netta la posizione dell’esecutivo nel caso dell’Agfa Graphic di Sulmona: “L’intendimento del ministero” ha scandito il sottosegretario Gianni durante la riunione “è quello di assumere più incisive azioni nei confronti dell’Agfa Graphic per sbloccare una situazione che di fatto non lascia prospettive di un recupero produttivo dello stabilimento”. E l’esponente del partito guidato da Franco Giordano ha fatto mettere a verbale di “stigmatizzare i comportamenti tenuti dall’azienda nei confronti del ministero”.Altra grana alla Delphi di Livorno: se entro 10 mesi non si trova una soluzione, i 270 operai ora in cassa integrazione entreranno in mobilità. La giunta regionale della Toscana si è dichiarata disponibile ad assumere una quota di partecipazione nel progetto di recupero, insieme con una cordata di imprenditori capeggiata da Gianmario Rossignolo. Ma dal ministero dell’Ambiente guidato da Alfonso Pecoraro Scanio è partita una richiesta: è indispensabile prima un’opera di bonifica e messa in sicurezza di tutta la zona industriale.L’attività dell’ufficio grane non si ferma. Una delle prime riunioni previste entro metà ottobre servirà a fare il punto sulla Isotta Fraschini, società che produce motori marini e industriali controllata dal gruppo statale Fincantieri. La perdita di una commessa per l’Iran (il governo ha revocato l’autorizzazione all’export) aggraverà i conti già in rosso dell’azienda: guai in vista.