DA AGI NAUTICA OGGI
“Mentre Governo e Giunta regionale temporeggiano sull’avvio dei tavoli chiesti dal sindacato, la Sardegna brucia. Non solo in campo ambientale, ma anche in quello economico-industriale e occupazionale. I rapporti Stato-Regione sulle cose che veramente contano per i sardi - cioe’ lavoro, sviluppo, poteri e risorse - sono al minimo storico, come confermano attuali e preoccupanti avvenimenti”. Il segretario generale della Cisl sarda, Mario Medde, chiede alla Regione due impegni prima di settembre: definire con le parti sociali ed economiche un programma di sviluppo con obiettivi a breve, medio e lungo termini e un immediato rilancio del rapporto Stato-Regione sul versante dello sviluppo e dei poteri statutari.“Il Governo si dichiara impossibilitato ad avviare i tavoli su agroalimentare e tessile, nonche’ su energia, chimica, nautica e aerospaziale, proprio nel momento in cui diventano sempre piu’ forti i segnali di enorme difficolta’ del sistema industriale”, ricorda Medde, in riferimento alle richieste rivolte dai tre sindacati confederali sardi nell’incontro del 10 luglio scorso a Palazzo Chigi su industria ed energia. “Sempre di queste ore le ulteriori allarmanti notizie riguardanti, tra l’altro, la Palmera, la Legler, l’Isola Dolce, mentre permane tutt’intera la crisi dell’Unilever. Sono solo alcuni esempi, la punta di un enorme iceberg, di un malessere diffuso, ulteriore conferma della precarieta’ e debolezza del sistema produttivo locale”.“Superare l’estate potrebbe significare un’autentica impresa, difficile per i lavoratori, prima di tutto, e per le stesse attivita’ produttive”, teme il leader della Cisl. “Nell’isola a una sorta di bulimia normativa corrisponde un’anoressia sociale ed economica. Si e’ di fronte, comunque, nell’uno e nell’altro aspetto, a patologie gravissime che rischiano, se non si interviene immediatamente, di portare al collasso il sistema Sardegna”. (AGI)