30 dicembre 2007

Dal centrodestra:Il Presidente ha descritto una Sardegna immaginaria

L'Altra Voce .net

Renato Soru come Romano Prodi: entrambi descrivono «una realtà inesistente». Che lo scenario sia l'Italia o la Sardegna il discorso non cambia: per il centrodestra, il presidente del Consiglio e quello della Regione hanno fallito a Roma come a Cagliari e nascondono «il fallimento» con «propaganda e conferenze stampa pompose». Il quadro è tracciato dal capogruppo di Forza Italia in Consiglio regionale, Giorgio La Spisa: «Soru, così come Prodi, descrive una Sardegna che non c'è se non nella sua testa, assillata dalla necessità di fare propaganda per coprire il fallimento di quattro anni di governo e per nascondere una sinistra divisa su tutto e lontana dalla gente che fatica ogni giorno per arrivare alla fine del mese senza fare debiti».
La realtà dell'esponente azzurro è quella di un «popolo sardo che si trova bloccato dai vincoli che la Regione mette su tutto e su tutti, da un'amministrazione regionale sempre più sola, chiusa nel suo potere centralistico, da un sistema di tasse sempre più opprimente: le famiglie, gli imprenditori, i giovani, i disoccupati aspettano ora di essere liberati da questo potere che non lascia spazio alla voglia di costruire e di crescere. Questo desiderio di libertà certo non potrà essere spento dalla propaganda menzognera di queste ultime ore dell'anno».
Più che la «Sardegna che esiste solamente nelle loro fantasie», rincara il collega di partito Carlo Sanjust, «c'è da mettere in evidenza la “minaccia” di Soru ai sardi quando ha affermato la volontà di ripresentarsi candidato alle elezioni regionali del 2009: quasi che i danni che sta provocando e che hanno messo in ginocchio l'economia isolana, potrebbero e, per Soru, dovrebbero continuare fino al 2014».
Il richiamo è a tutte le vertenze dell'ultimo periodo: «Perché il presidente della Regione, prima di fare conferenze stampa in pompa magna e comunicare fantasiose iniziative politiche, non chiede ai lavoratori espulsi dalla formazione professionale, dalle imprese di pulizia e facchinaggio della Regione, agli operatori delle scuole paritarie e della sanità, agli illusi della Legler e a tutti i sardi che amano veramente questa nostra terra, cosa pensano dei bilanci fasulli della Regione bocciati dalla Corte dei conti e della furia devastatrice operata dal presidente in pieno e ampio conflitto di interessi. Altro che “problema mass-media”. Il vero problema della Sardegna è proprio il presidente della Regione».
Secondo Mariano Contu, altro esponente di Forza Italia, «sembra che Soru viva in un sistema avulso dalla realtà: l'indegno spettacolo che ha presentato alla Sardegna con la guerra scatenata per la segretaria del Pd e gli strascichi osceni che continuano con i lavori della finanziaria che procedono a rilento sono sotto gli occhi di tutti». Quindi «i sardi hanno ormai preso coscienza di quanto sia capace l'uomo e la sua maggioranza di governare: è inutile citare la scuola e la formazione per le future generazioni quando l'impronta della politica della Giunta è rivolta in tutt'altra direzione. È inutile parlare di sanità, di politiche sociali, di agricoltura e di industria quando la disoccupazione sfiora livelli da record».
Peggio ancora secondo Mario Diana e Antonello Liori: i due consiglieri di Alleanza nazionale commentano che «non è stato un bello spettacolo la conferenza stampa di fine anno del governatore Renato Soru. Anzi: è stata un evento decisamente imbarazzante, per chi vive quotidianamente la politica regionale ma soprattutto per le migliaia di sardi che devono affrontare le enormi difficoltà create o ignorate dal governo di centrosinistra e che, quando chiedono aiuto, si trovano davanti un muro di gomma».
Il risultato è «un personaggio giunto ormai all'epilogo di un'esperienza politica disastrosa, che cerca di negare la realtà per mantenere il potere ancora per qualche settimana. Sarebbe stato molto interessante sentire dalla viva voce del governatore quali sono, a suo avviso, le ragioni che hanno portato alla fase di crisi che il suo governo sta attraversando e come intende uscirne», proseguono i due consiglieri. Allora «liquidare il tutto con il concetto, trito e ritrito, che le tensioni sono figlie del vecchio consociativismo e che è tutta colpa dei partiti con una generosa mano della stampa è un insulto all'intelligenza delle persone che compongono la sua maggioranza».
Molto meglio sarebbe stato se, «alla luce di quanto accaduto nell'arco di tutto il 2007 e di quanto affermato dal governatore», il presidente si fosse deciso «finalmente a prendere atto che la sua stagione politica è finita» e che sarebbe ora di «farsi da parte. Invece ha scelto di rilanciare, ricandidandosi fin da ora alle regionali del 2009. A questo punto, vogliamo lanciare a Soru una sfida: si ricandidi alle regionali, ma nel 2008. Si dimetta subito e si ripresenti agli elettori, così potrà finalmente vedere da che parte sono andati i sardi mentre lui tirava dritto per la sua strada convinto che tutti lo avrebbero seguito».
«Sardegna isola felice» e «nuovo libro del paese delle meraviglie»: il presidente di Fortza Paris Gianfranco Scalas usa l'ironia per definire la conferenza di fine anno di Soru. Ma fino a un certo punto: «È un peccato che i protagonisti veri di questa isola felice non siano le migliaia di sardi che in questi anni e ultimi mesi hanno bivaccato a lungo in protesta presso i palazzi della Regione: operai, agricoltori, personale della formazione, sindacati, artigiani, dipendenti regionali, forestali, interi consigli comunali e di più ancora. Soru parla di una Sardegna che avanza ma stranamente aumentano coloro che cercano lavoro fuori dall'isola. È giunta l'ora che la maggioranza complice di siffatta crescita prenda atto della necessità di chiudere un'era di finto rinascimento e ridia al popolo sovrano la possibilità di scegliere altri».
(AGI/red)