Fonte: Il Sardegna
La multinazionale si occupa di cornetti.Ma anche di surgelati,olio,marmellata e detersivi
L’azienda Ulilever chiude i
battenti mandando a casa 200
lavoratorii La Sardegna risponderà
boicottando i suoi prodotti.
Questa la proposta-provocazione
lanciata dal presidente
della Provincia Graziano Milia,
fortemente preoccupato per il
futuro dei dipendenti e delle loro
famiglie. Quindi, se la multinazionale
sceglie di lasciare
l’isola, dall’isola è già pronta la
risposta: tutti i suoi prodotti resteranno
negli scaffali. «Visto
che l’azienda non vuole farsi carico
dei suoi problemi», ha spiegato
Milia, «trovando più semplice
scaricare gli stessi sulle
spalle dei lavoratori e delle istituzioni,
allora forse è giunto il
momento di fare capire all’Unilever
che siamo pronti, come ultima
ratio, e con noi, sicuramente,
tutta la Sardegna, a co-promuovere
e sostenere una campagna
di boicottaggio nell’Isola
di tutti i prodotti Unilever, dai
surgelati Findus all’olio Bertolli,
dai gelati Algida ai dentifrici
Mentadent, dalla marmellata
Santa Rosa ai detersivi Svelto».
Insomma, dalla Provincia si sceglie
di rispondere con la linea
dura all’ipotesi di chiusura
dell’azienda. Con la speranza
che, questa azione estrema, allontani
dai 200 dipendenti il pesante
spettro della perdita del
lavoro. Non è la prima volta che
il Presidente ribadisce la sua solidarietà
ai dipendenti dell’Unilever,
ma ora dalle parole si passa
ai fatti. Con una ipotesi di boicottaggio
dei prodotti in tutta
l’isola.
Infatti, secondo il presidente
Milia, «la grave e sistematica
violazione degli accordi e degli
impegni finora assunti in sede
locale e nazionale dalla multinazionale
anglo-olandese, con
la ricerca spasmodica di maggiori
profitti (tanto da chiudere
uno stabilimento all’avanguardia
a livello europeo e condizionare
la possibile ripresa industriale
al divieto di continuare a
produrre gelati, snaturando così le professionalità operanti
nello stesso), impone a tutti decisioni
all’altezza della situazione
». E ha proseguito, ancora più
preciso: «senza escludere quelle
che forse, nell’esclusiva logica
del profitto che l’Unilever pare
volere inseguire, costi quel che
costi, possono portare la stessa
a rivedere la decisione di chiudere
lo stabilimento cagliaritano
». Quindi, la decisione di promuovere
la campagna di boicottaggio
dei prodotti .