L'UNIONE SARDA 21.12.2007
«Anche l'ultima rilevazione Istat conferma che in Sardegna il mercato del lavoro ristagna e non sposta, neppure in questo trimestre, numeri tali da far pensare a variazioni positive, di tipo strutturale, nell'economia e nel mercato del lavoro isolani». È questo il commento del segretario regionale della Cisl, Mario Medde, ai numeri sull'occupazione in Sardegna nel terzo trimestre dell'anno. Per il leader sindacale quel che bisogna constatare, accanto alla diminuzione del tasso di disoccupazione e all'aumento del tasso di occupazione da un anno a questa parte, è la diminuzione della forza lavoro e del tasso di attività che si va ad aggiungere ai numeri negativi che emergono da un confronto tra il secondo e il terzo trimestre dell'anno in corso, con una crescita sia del tasso di disoccupazione (dall'8,6 all8,7%) e un calo del tasso di occupazione (dal 53,2 al 53,1%). «Quel che va evidenziato, al di là dei numeri offerti da questa rilevazione trimestrale, è un aspetto che non può risaltare», aggiunge il segretario della Cisl, «da una lettura asettica dei numeri, ma che connota gran parte delle famiglie e della comunità regionale: il fenomeno dello scoraggiamento da lavoro, della precarietà, della stagionalità e della disoccupazione che impoveriscono notevolmente il reddito individuale e familiare, contribuendo così alla pauperizzazione della società sarda». Anche l'incremento, nel terzo trimestre, dei lavoratori occupati nel settore industriale (+9000, di cui 3000 nelle costruzioni e 6000 nell'industria in senso stretto) fa pensare, secondo Medde, a variazioni di tipo stagionale e, comunque, non a un rilancio del settore sul quale, per altro, i dati Istat non documentano l'incremento consistente e senza precedenti degli ammortizzatori sociali, tra cui la Cassa integrazione, aumentata notevolmente nell'ultimo anno (si è registrato un +24%).
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