9 novembre 2007

Interpellanza ai Ministri dello Sviluppo Economico e del Lavoro e della Previdenza Sociale




Seduta n. 238 dell'8/11/2007
Sezione 5 - Ipotesi di chiusura dello stabilimento Unilever di Cagliari(Pagg 53/54/55)

I sottoscritti chiedono di interpellare i Ministri dello sviluppo economico e del lavoro e della previdenza sociale, per sapere - premesso che:Unilever Italia s.r.l., divisione Ice cream & frozen food di Unilever Italia (gelati e surgelati), è parte del gruppo multinazionale Unilever, uno dei più grandi produttori mondiali di beni di largo consumo (alimenti, detersivi e cosmetici). La divisione, con sede amministrativa a Roma, si occupa da cinquant'anni di prodotti alimentari, che, con i marchi Findus e Algida, si sono affermati sul mercato come leader assoluti nei settori dei gelati e dei surgelati. Opera in Italia con tre unità produttive, Cisterna di Latina (Latina), Caivano (Napoli) e Cagliari, e una rete distributiva presente su tutto il territorio nazionale;in data 21 settembre 2007 la multinazionale Unilever, proprietaria dello stabilimento per la produzione di gelati sito a Cagliari nel viale Marconi, ha comunicato alle organizzazioni sindacali di categoria, alla presenza dei responsabili dell'Associazione degli industriali di Cagliari, la chiusura al 31 dicembre 2007 dello stabilimento cittadino, annunciando l'apertura delle procedure di mobilità, seguendo una riorganizzazione complessiva del gruppo a livello mondiale ed europeo, secondo un nuovo modello organizzativo, denominato One Unilever, che prevede, appunto, una razionalizzazione della struttura organizzativa coordinata da un solo amministratore delegato in ogni Paese europeo, che ha il compito di gestire e coordinare tutto il business Unilever;è da oltre nove mesi che i lavoratori difendono questa importante realtà produttiva del nostro territorio, attraverso numerose iniziative a carattere provinciale, regionale e nazionale a sostegno della vertenza. Oltre a diversi tavoli formali e informali con l'assessore regionale dell'industria e una delegazione di rappresentanza sindacale unitaria dei lavoratori dell'Unilever e dei sindacati territoriali, in data 4 aprile 2007, alla presenza del Sottosegretario Alfonso Gianni, è stato aperto un tavolo a livello nazionale con il ministero dello sviluppo economico, l'assessore al lavoro della regione Sardegna, i rappresentanti dell'Unilever accompagnati dai rappresentanti di Confindustria di Cagliari e Roma, le rappresentanze sindacali nazionali e territoriali della Flai-Cgil, Fai-Cisl e Uila-Uil, accompagnate dalle rappresentanze sindacali unitarie. Il giorno 5 giugno 2007 si è avuta, poi, una giornata di mobilitazione di fronte al palazzo della regione in viale Trento a Cagliari;lo stabilimento di Cagliari, grazie ad un'organizzazione molto semplice e ad un impianto pilota d'avanguardia, ha assunto anche il ruolo di fabbrica specializzata nei test di sviluppo di buona parte dei gelati prodotti con il marchio Algida. La produzione è destinata in buona parte al mercato nazionale ed europeo e solo per il 4 per cento è destinata al mercato regionale. Con l'introduzione delle metodologie di gestione tpm (total productive maintenance, che prevede la gestione condivisa delle attività giornaliere, tecniche e operative; la divulgazione e l'aumento delle conoscenze, l'eliminazione dei problemi e delle perdite; la sicurezza e la salute dell'ambiente di lavoro, la gestione della qualità e del miglioramento continuo), nel corso dell'anno 2000, la fabbrica di Cagliari si è posta a pieno titolo come fabbrica di punta del gruppo Unilever;nell'impianto cagliaritano sono impiegati circa 200 lavoratori in tre turni giornalieri, ottanta sono lavoratori a tempo indeterminato, tra operai e impiegati, 26 part-time, decine di stagionali. Una forza lavoro altamente qualificata, con un bassissimo tasso di assenteismo, confermato al 2,6 per cento, che ha permesso alla fabbrica di assumere un ruolo pilota nella sperimentazione di prodotti di nicchia.
L'incremento del rendimento produttivo è salito dal 87,4 per cento nel 2001 al 91,80 per cento nel 2006, raggiungendo così il miglior premio per obbiettivi. Nel 2006 lo stabilimento sardo ha prodotto ben 133 milioni di pezzi, otto milioni in più di quanto previsto dal piano aziendale, vincendo un premio internazionale per la qualità totale e la cultura del miglioramento continuo e per il 2007 sono stati confermati almeno 13,7 milioni di litri di produzione. Proprio le dimensioni ridotte dello stabilimento e la flessibilità nell'impiego delle maestranze, hanno sempre rappresentato un suo punto di forza e, con l'aumentata capacità produttiva e il continuo aggiornamento tecnologico degli impianti, lo stabilimento di Cagliari si è saputo ritagliare un ruolo da protagonista nel difficile mercato dei gelati;sottolineando, appunto, i sacrifici dei lavoratori per corrispondere alle reiterate sollecitazioni della società per la riduzione dei costi di produzione, attraverso l'applicazione di criteri di flessibilità nell'organizzazione del lavoro e l'attivazione di procedure di mobilità, che hanno coinvolto 60 addetti, la scelta della multinazionale anglo-olandese, più che da cause economiche, dipende, quindi, da fattori di geopolitica e strettamente economici;l'equilibrio tra la necessità di produrre utili ed un comportamento aziendale responsabile, nonché l'attenzione all'impatto e ai costi che il fare impresa oggi comporta, sono stati da sempre i principi cardine dell'Unilever, che si è saputa distinguere nei mercati di tutto il mondo per l'eccellente capacità imprenditoriale accompagnata da un genuino spirito sociale. Politiche che hanno permesso all'azienda di rispondere alle sfide del nuovo mercato in maniera più responsabile e più consapevole, mettendo in atto una serie di strategie volte a potenziare il rapporto con il territorio e di essere profondamente radicata nella cultura locale;l'impegno dell'Unilever, tenuto conto del contesto sociale che connota l'impianto di Cagliari, va orientato a promuovere il recupero industriale del sito;non è chiaro il vincolo posto dall'azienda, secondo cui i candidati all'acquisto dello stabilimento sardo non debbano produrre gelati. Una condizione dettata dalla volontà del colosso anglo-olandese di non perdere quote di mercato lasciandole alla concorrenza, ma che rappresenta una grave limitazione che condizionerà in modo negativo la vendita almeno su tre aspetti: è difficile determinare il numero dei possibili acquirenti e gli stessi requisiti; non si conosce cosa si produrrà nello stabilimento da gennaio 2008; sono a rischio le professionalità dei lavoratori che potrebbero essere disperse se l'acquirente dovesse avere un'altra vocazione;va considerata la frustrazione che stanno vivendo i lavoratori e le loro famiglie, che, con un altissimo senso di responsabilità mantenuto a fatica negli ultimi tempi, fra circa due mesi resteranno senza lavoro e andranno a rinforzare la numerosa schiera di disoccupati che registra l'area cagliaritana -:quali iniziative, eventualmente, intendano assumere per scongiurare la chiusura dello stabilimento;se non si ritenga opportuno intervenire presso l'azienda per ottenere un chiarimento in merito alla situazione dei dipendenti con contratto a tempo indeterminato, destinati a risolversi nei prossimi mesi, e dei part-time, ai quali proprio in questi giorni scade il programma triennale che avrebbe dovuto portarli all'assunzione a tempo indeterminato, e convocare a tal proposito un tavolo tecnico operativo, con la partecipazione della Unilever Italia, della regione Sardegna, della provincia e del comune di Cagliari;se esistano previsioni e condizioni di riconversione industriale, ed eventualmente se sia possibile conoscerle, e se intendano chiedere all'azienda garanzie sul mantenimento dei livelli occupativi, essendo fondato il timore dei ridimensionamento degli organici.(2-00815)
«Schirru, Sanna, Fadda, Quartiani».




PRESIDENTE. L'onorevole Schirru ha facoltà di illustrare la sua interpellanza n. 2-00815, concernente l'ipotesi di chiusura dello stabilimento Unilever di Cagliari (Vedi l'allegato A - Interpellanze urgenti sezione 5).

AMALIA SCHIRRU. Signor Presidente, intervengo brevemente richiamando solo alcuni punti essenziali della mia interpellanza anche a nome dei colleghi che l'hanno sottoscritta.Quella in esame è un'interpellanza rivolta a conoscere le misure per scongiurare la chiusura di uno stabilimento di Unilever Srl di Cagliari. Si tratta di un'azienda che fa parte di un gruppo nazionale denominato Unilever che è un grande produttore mondiale di beni di largo consumo. La divisione italiana produce e vende gelati e surgelati con marchi Findus e Algida e opera in alcune unità italiane, quelli di Latina, Caivano e Cagliari con una rete distributiva su tutto il territorio nazionale.In data 21 settembre 2007, la Unilever ha comunicato alle organizzazioni sindacali e associazioni degli industriali di Cagliari la chiusura dello stabilimento entro il 31 dicembre 2007 e, contemporaneamente, l'apertura della procedura di mobilità di lavoratori con la motivazione di una riorganizzazione complessiva del gruppo a livello mondiale ed europeo.Tale riorganizzazione prevede in particolar modo la realizzazione di una struttura organizzativa in ogni Paese europeo con un coordinamento di un amministratore delegato per gestire la produzione e la commercializzazione.Lo stabilimento di Cagliari, grazie anche ad una buona organizzazione del lavoro e alla presenza permanente di duecento lavoratori, tra operai e impiegati, altamente qualificati e con un bassissimo tasso di assenteismo, ha assunto il ruolo di azienda pilota nella sperimentazione di prodotti di nicchia, soprattutto, per aver assunto la cultura del miglioramento della produzione. Proprio grazie a questi fattori esso è riuscito a ritagliarsi un ruolo di protagonista nel difficile mercato nazionale e mondiale del gelato.Da oltre otto mesi, i lavoratori sono impegnati nella difesa di questa realtà produttiva. Vi sono state diverse iniziative ed incontri istituzionali, locali, regionali - e, mi risulta, anche nazionali, proprio con lo stesso Ministero delle attività produttive che sta esaminando la situazione - per rispondere alla richiesta unitaria che proviene dalle istituzioni e dai lavoratori di promuovere il recupero di questo sito produttivo e, soprattutto, favorire un'eventuale cessione dello stesso ed altri imprenditori, senza però altri condizionamenti o limitazioni di produzione.
PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE GIORGIA MELONI (ore 17,20)

AMALIA SCHIRRU. Risulta, infatti, che l'Unilever pone il vincolo ai possibili acquirenti di non produrre gelati. A questo proposito, vorrei rilevare che il vincolo posto dall'azienda, secondo cui i candidati all'acquisto dello stabilimento sardo non devono produrre gelati, non è chiaro. Si tratta di una condizione dettata dalla volontà del colosso anglo-olandese di non perdere le quote di mercato, evitando, così, la concorrenza. Questa, per noi, è una grave limitazione, perché condiziona in modo negativo la vendita dello stabilimento e dell'azienda: a questo punto, diventa difficile determinare il numero dei possibili acquirenti né si conosce cosa lo stabilimento produrrà a partire dal gennaio 2008.Ma non è tutto. La situazione preoccupa, altresì, perché sono a rischio le professionalità dei lavoratori, che potrebbero essere disperse, soprattutto se l'acquirente avesse un'altra vocazione produttiva.La presente interpellanza nasce per questi motivi: per chiedere di assumere iniziative per scongiurare la chiusura dello stabilimento; per chiedere se il Ministro non ritenga opportuno fornire un chiarimento in merito alla situazione dei dipendenti con contratto a tempo indeterminato destinati a risolversi nei prossimi mesi e, soprattutto, per conoscere la situazione dei lavoratori part time che, in questi giorni, vedrebbero scadere il programma triennale di formazione e lavoro, mentre, invece, si aspettavano l'assunzione a tempo indeterminato.Quindi, quello che si chiede con questa interpellanza è se non sia il caso di convocare un tavolo tecnico con la partecipazione dell'Unilever Italia Srl., della regione Sardegna, della provincia e del comune di Cagliari per esaminare tutta la situazione. Inoltre, si chiede se esistano delle previsioni e delle condizioni per una riconversione industriale dello stabilimento e se sia possibile conoscerle, per far sì che si diano garanzie certe ai lavoratori che, in questo momento, sono molto preoccupati.

PRESIDENTE. Il Viceministro dello sviluppo economico, Sergio Antonio D'Antoni, ha facoltà di rispondere.

SERGIO ANTONIO D'ANTONI, Viceministro dello sviluppo economico. Signor Presidente, vorrei far subito presente che le preoccupazioni dell'interpellante sono le stesse del Governo, che ha seguito questa vicenda sin dal suo nascere, sia mediante contatti con la realtà cagliaritana sia, successivamente, mediante un incontro che si è svolto presso il Ministero dello sviluppo economico, in occasione del quale si è tenuta una riunione presieduta dal sottosegretario Gianni.Purtroppo, ad oggi, le notizie riportate dall'interpellante corrispondono alle nostre. La società Unilever ha confermato la volontà di chiudere lo stabilimento e di cedere l'attività ad altri imprenditori. Non ha precisato né di quali imprenditori si tratti, né di quale tipo di produzioni, né quali siano le prospettive o il futuro.Pertanto, è chiaro che ciò desta una grave preoccupazione per l'avvenire dello stabilimento e dei lavoratori, considerato anche che ci troviamo in una regione come la Sardegna: in pieno Mezzogiorno e in presenza di situazioni che conosciamo perfettamente, ove la mobilità tra un posto di lavoro e l'altro non è facile e, quando vi è processo di mobilità di tale natura, il rischio è che la mobilità si svolga - come purtroppo sappiamo - da un posto di lavoro alla disoccupazione.Per questo motivo, dobbiamo fare di tutto perché la società Unilever, comunque, si assuma le proprie responsabilità in tale processo e ci fornisca una risposta chiara. L'ipotesi, ancora auspicabile, sarebbe quella della continuità della stessa società Unilever o, nel caso in cui ciò non sia possibile, di una prospettiva che dia continuità allo stabilimento.Per tali ragioni, nei prossimi giorni, ci adopereremo per fare in modo che ciò avvenga, attraverso un tavolo nazionale che convocheremo presso il nostro Ministero con la partecipazione di tutte le parti interessate, come ha già detto l'interpellante, delle organizzazioni sindacali e delle istituzioni locali, affinché la società Unilever, assumendosi le proprie responsabilità, possa fornire una risposta certa o in relazione a se stessa o sul futuro dello stabilimento attraverso altri imprenditori.Vi è tutto l'impegno del Governo, che esprimo a mio nome e dell'intero Governo, perché ciò si realizzi e il tavolo possa produrre tali risultati.

PRESIDENTE. L'onorevole Schirru ha facoltà di replicare.

AMALIA SCHIRRU. Signor Presidente, mi dichiaro soddisfatta. Mi premeva richiamare l'interesse del Viceministro e dell'intero Governo. Soprattutto, raccomando, per tenere fermo l'impegno, di fare in modo che questa realtà non chiuda e che, comunque, i possibili acquirenti possano non solo mantenere la produzione - che è di grande qualità - ma, in particolar modo, far salvi i posti di lavoro. Infatti, come lei stesso, signor Viceministro, ha affermato, gli scenari in Sardegna sono abbastanza drammatici per quanto riguarda i lavoratori e i disoccupati, che ormai rappresentano una realtà piegata dalla crisi industriale oltre che agricola e pastorale delle quali abbiamo discusso in questa sede, anche ieri.Tra l'altro, in tanti, abbiamo assistito al programma televisivo Annozero dove si è parlato della povertà in Sardegna, di quanti non hanno un lavoro e di come sia difficile tirare avanti onestamente.Per questo motivo, la ringrazio e premo perché si risolva la crisi di questa grande azienda.