Carta e penna: per scrivere al presidente Soru che «siamo al fallimento della politica industriale». Silvestro Ladu, capogruppo di Fortza Paris in Consiglio, va dritto al punto: «Giunta e centrosinistra non sono riusciti a creare occupazione e sviluppo, ma solo macerie e disperazione ». E questo, aggiunge, dovrà essere spiegato in aula: «Chiedo la convocazione di un Consiglio regionale urgente per fare il punto e indicare vie d’uscita». Dentro la lettera di Ladu c’è un’Isola affamata di stipendi. Soprattutto la provincia di Nuoro. «Emblematica è la crisi della Legler», scrive l’esponente di Fortza Paris: 100 milioni di debiti, 900 cassaintegrati, 1.500 famiglie nell’indotto e la speranza di far vivere la fabbrica affidata a un amministratore straordinario (ancora da nominare). «Non s’intravedono soluzioni, e il peggio è che stanno iniziando a volare gli stracci», prosegue Ladu, che descrive uno scenario in cui «i sindacati si scontrano tra loro e accusano gli imprenditori e la classe politica; la quale, a sua volta, si guarda bene dall’assumersi le proprie responsabilità, come nel caso dell’attuale governo regionale». In attesa del confronto in aula, Fortza Paris prepara domande e riflessioni da girare a Renato Soru: «Mi chiedo - dice Ladu - se in questi quattro anni di centrosinistra al governo della Regione, un qualche problema dell’industria è stato risolto o avviato a soluzione». Il consigliere parla di «migliaia di posti di lavoro persi» e chiede alla Giunta che dica le cifre vere. «Siamo davanti a una vera e propria emergenza, sempre più drammatica». Ladu bacchetta l’esecutivo perché «non si riesce più a fare alcun incontro, sebbene maestranze, parti sociali e politiche l’abbiano sollecitato diverse volte». Un silenzio «ingiustificato », quello dell’esecutivo, che «fa solo il gioco di quegli imprenditori o prenditori, che alla Sardegna hanno tolto molto e dato poco». Il finale è un appello dal sapore bipartisan: «A questo punto la politica deve prendere in mano la situazione per uscire dalla crisi e proporre e sostenere nuove possibilità di sviluppo». (a. c.)
12 agosto 2008
Consiglio straordinario sulla crisi dell’industria in Sardegna
Carta e penna: per scrivere al presidente Soru che «siamo al fallimento della politica industriale». Silvestro Ladu, capogruppo di Fortza Paris in Consiglio, va dritto al punto: «Giunta e centrosinistra non sono riusciti a creare occupazione e sviluppo, ma solo macerie e disperazione ». E questo, aggiunge, dovrà essere spiegato in aula: «Chiedo la convocazione di un Consiglio regionale urgente per fare il punto e indicare vie d’uscita». Dentro la lettera di Ladu c’è un’Isola affamata di stipendi. Soprattutto la provincia di Nuoro. «Emblematica è la crisi della Legler», scrive l’esponente di Fortza Paris: 100 milioni di debiti, 900 cassaintegrati, 1.500 famiglie nell’indotto e la speranza di far vivere la fabbrica affidata a un amministratore straordinario (ancora da nominare). «Non s’intravedono soluzioni, e il peggio è che stanno iniziando a volare gli stracci», prosegue Ladu, che descrive uno scenario in cui «i sindacati si scontrano tra loro e accusano gli imprenditori e la classe politica; la quale, a sua volta, si guarda bene dall’assumersi le proprie responsabilità, come nel caso dell’attuale governo regionale». In attesa del confronto in aula, Fortza Paris prepara domande e riflessioni da girare a Renato Soru: «Mi chiedo - dice Ladu - se in questi quattro anni di centrosinistra al governo della Regione, un qualche problema dell’industria è stato risolto o avviato a soluzione». Il consigliere parla di «migliaia di posti di lavoro persi» e chiede alla Giunta che dica le cifre vere. «Siamo davanti a una vera e propria emergenza, sempre più drammatica». Ladu bacchetta l’esecutivo perché «non si riesce più a fare alcun incontro, sebbene maestranze, parti sociali e politiche l’abbiano sollecitato diverse volte». Un silenzio «ingiustificato », quello dell’esecutivo, che «fa solo il gioco di quegli imprenditori o prenditori, che alla Sardegna hanno tolto molto e dato poco». Il finale è un appello dal sapore bipartisan: «A questo punto la politica deve prendere in mano la situazione per uscire dalla crisi e proporre e sostenere nuove possibilità di sviluppo». (a. c.)