28 dicembre 2007

La Sardegna in cammino con fiducia nel futuro




Nella conferenza stampa di fine anno il Presidente della Regione incoraggia i sardi a continuare a credere nel cambiamento: "La speranza non venga uccisa". I costi e i disagi nel processo per uscire dall'assistenzialismo e dal consociativismo. L'istruzione come condizione per superare il ritardo di sviluppo, e il coraggio della politica di seguire un progetto, "sapendo rispettare i tempi della semina e quelli del raccolto".


CAGLIARI, 28 DICEMBRE 2007 – I sardi abbiano fiducia nel futuro, non venga uccisa la speranza nel cambiamento. Il Presidente della Regione ha chiesto più volte oggi nel corsod ella conferenza stampa di fine anno, che con coraggio la società sarda e i singoli cittadini guardino al di là del proprio interesse particolare, mettendoci ciascuno del proprio per far cambiare la Sardegna. Il Presidente Soru ha fatto un riepilogo del lavoro della Giunta nei tre anni di esperienza e anche nell'ultimo anno, "che alcuni considerano un anno terribile perché guardano allo scontro fra le persone, i partiti, le fazioni, e non sanno vedere oltre l'albero che cade facendo rumore, mentre intanto cresce una foresta". Il Presidente ha passato in rassegna i risultati ottenuti, a cominciare in particolare dalla sanità ("il 2007 è l'anno nel quale è stato approvato il Piano sanitario regionale, dopo 24 anni"), per passare al bilancio, per la prima volta in pareggio dopo molti anni ("dopo qualche decennio non si fanno nuovi debiti ma si pagano i debiti del passato, tutto questo senza chiedere sacrifici ai cittadini") grazie ai tagli alle spese inutili e alla battaglia vinta sulle entrate; e infine all'istruzione, sulla cui importanza il Presidente della Regione si è soffermato a lungo ancora un volta, citando don Milani: mettere nel mondo un giovane senza istruzione è come liberare nel cielo un passerotto senza ali. Proprio sul tema dell'istruzione e della conoscenza il Presidente ha detto: "Viviamo in un'epoca particolare, in questo mondo che cambia grazie anche all'utilizzo delle nuove tecnologie in tutti i settori ci sono regioni che crescono velocemente e sanno approfittare e appropriarsi al meglio delle conoscenza, della cultura, della ricerca e ci sono regioni che rischiano di stare al palo, di registrare un nuovo ritardo di sviluppo sempre crescente. In questo mondo che cambia, la Sardegna ha un unico progetto possibile: quello di avere la forza e il coraggio di superare il consociativismo, che in qualche modo è la politica del tirare a campare, accontentare un pochino tutti senza accontentare nessuno, o danneggiando tutti; accontentare un pochino tutti di fatto danneggiando tutti. Senza un progetto, cercando però di sedare l'opinione pubblica o chi ha maggiormente voce nell'opinione pubblica, anche se poi si rischia maggiormente di danneggiare chi di voce non ne ha alcuna. La Sardegna cerca di vincere il consociativismo e l'assistenzialismo". "E' ora che la Sardegna - ha continuato Soru - abbia il coraggio di seguire con forza un progetto, che passa da un maggior impegno collettivo. Come acchiappare il futuro? In un unico modo possibile: investendo sui nostri giovani e aumentando il loro livello di istruzione. Non c'è un modo diverso di cambiare la Sardegna. Cerchiamo tutti dei gesti che cambino le cose subito: vorremmo che la società rispondesse magari come un televisore dove, anche stando seduti, basta il telecomando da lontano per cambiare la scena. Ma la scena di un popolo, di una regione, non cambia col telecomando da un momento all'altro. Sarebbe bello ma non è così. Cambia col lavoro duro e con l'impegno di anni. Può cambiare nel mondo d'oggi, enormemente più vasto e più complesso di come l'hanno conosciuto i nostri genitori o le persone più adulte di noi. In questo mondo si può stare solamente se saremo capaci di acquisire maggiore conoscenza. E questo può avvenire né più e né meno di come avvengono le cose in natura: col lavoro duro e con la capacità di rispettare i tempi della semina e i tempi del raccolto". "Questa regione è in cammino - ha detto il Presidente della Regione - per chi lo vuole vedere, per chi ha avuto la pazienza di leggere il programma di governo, per chi ha avuto la pazienza di leggere il Programma regionale di sviluppo, e ha la possibilità di individuare in ogni cosa che facciamo un percorso già tracciato e già promesso agli elettori".